Agorà

Descrizione del progetto

Foto finalista del concorso Weather Photographer of Year 2021

Una delle foto sul clima e sulla natura più belle del 2021 è quella scattata in Bangladesh che mostra
dei bambini che giocano nell’acqua, Un’immagine positiva, di gioco, che veicola immediatamente
una speranza di rinascita e di futuro per tutti. Anche per il gruppo di “Agorà” del nostro Istituto.
Il laboratorio interdisciplinare “Agorà” è stato infatti per un paio d’anni in “stand by”, come si suol
dire, o in aspettativa, ma senza assegni! E’ stato chiuso poco prima del covid, in effetti la decisione
fu presa non per lo scoppio dell’epidemia, anche se questa ha contribuito di certo a bloccarne la
ripresa nell’anno scolastico appena trascorso. E’ successo infatti quello che accade anche nelle
migliori delle relazioni affettive: a volte si ha un urgente bisogno di una “pausa di riflessione”, una
sorta di pausa del tempo che serve a guardarsi dentro e a riflettere sulla propria “mission”, sulle
proprie possibilità, ma anche e soprattutto, sui propri limiti. Quest’anno l’ansia di ripartire a pieno
regime restituendo alla scuola piena centralità nel processo formativo dei giovani del nostro paese,
ha spinto i docenti a pensare di restituire nuova vita ad “Agorà” che rinasce quindi, un po’ come
l’araba Fenice, riprendendosi da un lungo letargo, per ricominciare. Da zero? Non necessariamente!
Come diceva Massimo Troisi, il Gaetano in “Ricomincio da tre”: “tre cose me so’ riuscite ind’a a
vita, pecché aggio a predere pure cheste?! Aggio a ricomincia’ da zero?! Da tre!”
E anche noi ricominciamo da tre, cioè portandoci dietro il bagaglio d’esperienza accumulato in
questi anni di Agorà e cercando tuttavia di renderlo mobile, atto ad interpretare tempi e situazioni
resi sempre più complessi e indecifrabili dalla globalizzazione e dai suoi pesanti effetti negativi, dal
«climate change» alla crescita delle disuguaglianze nel mondo, sia -non ultima- dalla stessa
pandemia, Ci siamo ritrovati infatti come dopo un brutto sogno a chiederci: siamo forse migliori di
ieri? Più belli o più brutti? O semplicemente identici a prima ma forse un po’ più consapevoli? Non
abbiamo una risposta, anzi.,. ve lo chiediamo –come gruppo di “Agorà”- per stimolare la
costruzione di un dibattito collettivo attorno alcuni nodi del mondo contemporaneo. Temi a nostro
avviso emergenti, come i bimbi del Bangladesh dall’acqua, che chiedono una maggiore visibilità
rispetto a quella normalmente suggerita dai programmi scolastici e che hanno la virtù di essere
declinabili sotto tanti punti di vista diversi, ma in ogni caso attraverso un filtro del tutto nuovo.
Sono le nuove lenti che ci ha fornito l’impatto sulle nostre vite e sulla comunità scolastica dalla
pandemia, dall’uso ormai quasi meccanico delle mascherine, al lockdown, alle nuove regole per il
distanziamento sociale e per la circolazione, dalla DAD alla campagna vaccinale eccetera…

E’ cambiato il mondo, si dice. Un mondo sempre più “normato” e che riduce fortemente lo spazio delle
emozioni, anche grazie all’utilizzo massiccio della tecnologia, da intendersi non come semplice
strumento per vivere meglio o come artificio a disposizione del sistema economico, ma -come
afferma Umberto Galimberti- come «ambiente» in cui siamo immersi, come un «mondo» che ci
condiziona. E su questo grande tema delle emozioni, che rischiano o di venir messe in ombra o di
esplodere in forme del tutto incontrollabili, deve –a nostro avviso- indirizzarsi anche lo sguardo di
un’istituzione educativa e culturale come la scuola che ha a che fare costantemente con esse,
essendo veicoli fondamentali di ogni serio ed efficace processo di apprendimento.
C’è poi un altro quesito, di ordine meno intimo ma più rovesciato verso l’esterno, che ci stimola alla
riflessione critica e che abbiamo inserito nell’elenco delle tematiche proposte. Nell’era post
pandemia ci chiediamo, infatti, se siamo veramente di fronte –come spesso si dice- ad una svolta dei
parametri mentali con cui organizziamo materialmente le nostre vite o se, invece, continueremo a
replicare il passato ancora nelle forme consuete dello sfruttamento rapace della natura e delle sue
risorse. E se continuassimo ad agire come abbiamo fatto finora, nelle modalità della specie più
predatoria di tutte le specie viventi, questo ci sarà ancora consentito dall’attuale crisi climatica della
cui urgenza è segno l’espandersi del movimento internazionale giovanile dei «Friday for future»?
Una cosa è certa: se una prospettiva nuova dovrà pur nascere, se non vogliamo affondare, sarà tale
solo se impegnerà tutti nella costruzione di un mondo nuovo capace di creare ponti, e non muri, e
che consentirà a TUTTI di salvarsi, sia a quelli che vivono oggi e hanno ancora una vita lunga
davanti a sé, che a coloro che verranno dopo. E non stiamo parlando solo della specie umana ma di
tutte le specie viventi, di cui molte a imminente rischio di estinzione per il nostro stile di vita
sprecone e rapace.


“Agorà” vuole raccogliere questa sfida e, usando la cultura, contribuire -seppur in piccolo- a
provare ad attraversare i confini e le barriere e a costruire ponti. O traghetti, se preferite, per un
futuro che o sarà nuovo o non sarà per nulla! Nell’ultima edizione di “Agorà” pre-covid,
chiamammo “terra di Nausicaa” quella terra di accoglienza ed ospitalità che ci attende come
realizzazione di un profondo mutamento antropologico che nasca dal superamento
dell’individualismo sfrenato –tipico della generazione dei baby boomers- e che tanti danni ha
arrecato e sta ancora arrecando, dagli anni ’60 ad oggi, a questo meraviglioso pianeta.
Oggi, come ha affermato Giorgio Parisi nel suo recente intervento alla Camera dei Deputati il 20
ottobre 2021, dopo l’assegnazione del premio Nobel per la fisica, quella terra rischia infatti di
diventare una “terra incognita”, sconosciuta a tutti, se non cambieremo direzione.
“Sfortunatamente -afferma il prof. Parisi nel suo intervento- le azioni intraprese dai governi non
sono state all’altezza di questa sfida e i risultati finora sono stati estremamente modesti. L’umanità
deve fare delle scelte essenziali, deve contrastare con forza il cambiamento climatico. Sono decenni
che la scienza ci ha avvertito che i comportamenti umani stavano mettendo le basi per un aumento
vertiginoso della temperatura del nostro pianeta. Uscire dalla crisi climatica è come guidare di
notte: le scienze sono i fari, ma poi la responsabilità di non andare fuori strada è del guidatore, che
deve anche tener conto che i fari hanno una portata limitata. Il vostro compito storico -ha detto il
premio Nobel rivolgendosi ai parlamentari- è di aiutare l’umanità a passare per una strada piena di
pericoli. (,,,) Se la temperatura aumenta più di 2°C, entriamo in una terra incognita in cui ci
possono essere anche altri fenomeni che non abbiamo previsto e che possono peggiorare
enormemente le situazione. Per esempio incendi di foreste colossali come l’Amazzonia che
immetterebbero in maniera catastrofica quantità enormi di gas serra…”


Parole semplici ma lapidarie: nessuno sa esattamente se siamo ancora in tempo a rallentare e ad
includere, tra le nostre scelte preferenziali, quelle di una sobrietà compatibile con l’umano e con la
stessa sopravvivenza delle forme di vita, così come siamo abituati a conoscerle, in questo pianeta.
Ma se ci sarà un futuro, se avremo ancora una terra a cui approdare, questo dipenderà molto dal
nuovo sguardo che le giovani generazioni riusciranno ad imporre a tutti gli altri.
In questo senso la scuola può fornire il suo contributo per rendere questa terra futura un po’ più
ospitale, o semplicemente ancora vivente!


“Agorà” propone dunque, in questo anno di rinascita, una nuova esplorazione CRITICA del nostro
mondo e dei nostri paradigmi, e promette di farlo, ancora una volta, con un ulteriore aggiornamento
metodologico, naturale per chi, come tutto il gruppo di “Agorà”, ha a cuore da sempre il suo
pubblico e lo vuole sempre meno estraneo e, al contrario, vivo e ben partecipe. Un pubblico di
ragazze e ragazzi attivi e capaci di lasciare una -seppur piccola- orma nei sobri corridoi dell’Istituto,
fuori e oltre il perimetro dell’incontro, magari con materiale prodotto durante gli incontri, in linea
con quanto ci suggeriscono l’arte, la letteratura e la filosofia contemporanea. Per questo lo spazio
dell’incontro sarà tutto occupato -quest’anno- dalla performance dei ragazzi del team e dalla
discussione finale che si svolgerà, come sempre, al termine della presentazione, con il pubblico.
Siamo infatti convinti che non si possa più attendere e che qualcosa di più vada fatto per tentare
salvare la regina Nausicaa e Ulisse, dal naufragio.
Perché salvare lei è salvare un po’ tutti noi.


Noi abbiamo deciso di provarci, e voi? Chi vorrà farne parte potrà aderire LIBERAMENTE al
nuovo team in formazione.


Per ora ci lasciamo con un’altra foto, quella di un irriverente e spensierato Giorgio Parisi per
ricordare a tutti quanto l’ironia e l’intelligenza possano essere terreno fertile per al terra del
FUTURO.


Obiettivi


1. far emergere attorno ad un problema di stringente attualità conoscenze plurali, questioni aperte,
dubbi e domande
2. rendere consapevoli i giovani di far parte di un mondo “complesso”, contraddittorio e interrelato,
ma solo apparentemente indecifrabile
3. attivizzare, tramite l’agire in “team”, un gruppo sensibile e disponibile tra gli studenti
dell’Istituto, al fine di cercare di rendere anche gli altri più attivi e partecipi, in una sorta di positivo
“contagio” reciproco.
4. restituire un ruolo centrale alla creatività dei ragazzi e delle ragazze attraverso l’uso di esperienze
teatrali e/o filmiche o di performance artistiche da realizzare anche con il pubblico presente
5. apprendere per problemi e per “ponti” tra discipline e linguaggi diversi
6. imparare ad esporsi con maggior sicurezza e a modificare il proprio punto di vista
7. educare all’etica del dibattito e a mettere in gioco le proprie idee anche con un pubblico di adulti
o di esperti, possibili invitati in alcuni degli incontri di “Agorà”
Target
Alunni ed alunne di tutto il triennio
Contenuti / attività
“Agorà” si svolgerà in 3/4 incontri, in date da calendarizzare volta per volta in base alle
esigenze scolastiche e alla disponibilità di personale ed ambienti scolastici. I temi saranno scelti dal
4
team alla prima riunione tra una rosa di proposte -qui di seguito elencate- sulla base di una
votazione in cui ogni membro del team avrà diritto a due scelte, uno per ciascun ambito, fatto salvo
che -se nella discussione iniziale emergessero altre idee- esse potranno essere egualmente valutate e
selezionate con l’accordo di tutto il gruppo:
a) Il soggetto e il mondo: parole ed emozioni
1. Come stanno cambiando le nostre parole “relazionali” con il covid e grazie ai social media?
2. Dopo il covid, ma nel bel mezzo di una devastante crisi climatica, c’è ancora spazio per il
sogno o per l’utopia?
3. Davvero tutto è sempre e solo “calcolo”, scuola compresa? O esiste ancora un posto per il
dono gratuito e per la cura? E se imparassimo una nuova etica dalle altre culture?
4. Il fortilizio della solitudine e dell’incomunicabilità individuale serve a salvare se stessi dal
chiasso che ci circonda? Oppure c’è un’altra strada, e quale?
5. Davvero tutto è solo e soltanto merce, anche la vita degli esseri umani? Possiamo
rassegnarci a consegnare le nostre vite ad un mercato che le ingloba o c’è ancora posto per
l’ironia irridente, dissacrante e anticonformista?
b) il mondo e l’uomo: come cambierà il nostro futuro nell’età dell’Antropocene?
1. Ri-pensare il futuro nell’Antropocene: c’è ancora speranza di vita per le altre specie
viventi? Che impatto possono avere i movimenti ambientalisti e le nuove tecnologie
“green”?
2. La democrazia oggi dopo l’assalto alla CGIL: libertà e responsabilità possono ancora
andare d’accordo?
3. Noi e gli altri: perché solo la nostra narrazione ha diritto di essere ascoltata e messa in atto?
E se facessimo invece parlare i cosiddetti “invisibili”, che cosa ci accadrebbe? Come
potremmo cambiare?
4. Caos o ordine? Nietzsche avrebbe detto senza ombra di dubbio: caos, per quanto questo sia
possibile da un essere malato di ordine come l’uomo! Ma oggi i due termini sono ancora
opposti? Il nuovo ordine globale non produce forse più caos che regole? E c’è una via
d’uscita al disordine che non sia la cultura “mainstream”?
5. La rete e la scuola: dall’homo sapiens all’homo videns. Come cambia la nostra vita, come
cambia la scuola? C’è un’altra strategia possibile?
NB: Gli argomenti potranno subire variazioni, in base ad esigenze contingenti rilevate dal team
Strategie metodologiche. Personale coinvolto.
1. agire in “team” sia come docenti afferenti dai vari dipartimenti (lettere, filosofia e scienze umane,
arte, fisica ecc..) che come studenti, collaborando sia nella fase della discussione e progettazione
che in quella della realizzazione dell’incontro
2. articolare il team dei ragazzi in sottogruppi che operino con tecniche e metodologie differenziate,
in base alle opzioni di ciascuno (esperienze teatrali, filmate, relazioni)
3. adattare la scaletta degli incontri alle idee e proposte di docenti ed alunni che emergeranno strada
facendo
4. Il giorno dell’incontro, che si svolgerà sempre in orario pomeridiano, sarà articolato in due fasi:
§ nella prima (max 45 minuti) ci sarà una presentazione al pubblico del tema in oggetto, una
sorta di “provocazione” inziale positiva. A tal proposito si potranno usare vari strumenti, da
video selezionati dalla rete e accompagnati da una rielaborazione del gruppo, a un power
point o una breve pièce teatrale purché scritta, elaborata e messa in scena dai ragazzi ecc…
§ nella seconda fase si aprirà una discussione col pubblico, In tale fase, se il tema si presterà,
si potrà anche pensare di invitare un ospite esterno, magari autore di un libro
particolarmente significativo e collegabile al tema. Infine, se il tempo lo consente, potrà
essere elaborato -durante l’incontro- un prodotto finale, una sorta di semplice sintesi, frutto
della discussione, da esporre -nei giorni successivi- nei corridoi del liceo o nello schermo
5
d’ingresso (se video). A tale scopo si potrà fornire i partecipanti, prima dell’inizio
dell’incontro, di indicazioni e materiali per contribuire fattivamente, in modo semplice, alla
produzione di tale riflessione collettiva.
Tempistica
Gli incontri si svolgeranno, in orario pomeridiano nei mesi di dicembre, a fine gennaio o ai primi di
febbraio, e tra marzo-aprile
Risultati attesi
1. riuscire a far “crescere” una maggiore consapevolezza del tempo presente e delle grandi questioni
aperte in modo razionale e consapevole, in un numero abbastanza consistente di ragazzi e ragazze
2. Riuscire a instaurare un feedback positivo con un nutrito gruppo di ragazzi, rendendoli parte
attiva di un progetto comune e condiviso
3. Far conoscere tematiche culturali non scontate, in modo diretto e anche divertente
4. Aiutare a far riflettere su se stessi e sulla propria relazione col mondo esterno
5. Abituare a pensare e lavorare in modo comunitario all’interno di gruppi di pari (peer education)
Forme di monitoraggio e valutazione dei risultati
1. Monitoraggio in itinere: possibile utilizzo di parole chiave, lavoro di gruppo e dibattito
2. Monitoraggio posteriore all’incontro: in sede di preparazione dell’incontro successivo verrà fatto
il punto sulla situazione, al fine di mettere a punto correttivi soprattutto concernenti le strategie per
l’attivazione consapevole del pubblico
3. Possibile questionario finale sul gradimento degli incontri
Punti di forza:
1. Uso di una didattica coinvolgente, aperta alle suggestioni e fortemente innovativa, sia nella parte
delle relazioni (power point e intreccio tra forme culturali di diversa espressione), che in quella
della realizzazione collettiva, che, infine, nella gestione dell’incontro
2. Lavoro in team docenti e team ragazzi/e che si relazionano continuamente tra loro ma
mantengono anche una reciproca autonomia
3. la scelta di tematiche di grande attualità, capaci di far emergere un possibile positivo scontro e
conflitto di idee in fase di dibattito
Punti di criticità
1. Far emergere nel pubblico idee originali e ben meditate, domande interessanti e opinioni
argomentate e coinvolgenti
2. Collegare i contenuti presentati nella parte della proposta organizzata dal team con quella del
dibattito col pubblico
3. Assenza delle classi quinte (per impegni legati a verifiche ecc…)
4. Scarsa disponibilità di giorni di apertura pomeridiana della scuola, per cui -molto spesso- gli
incontri di “Agorà” si sovrappongono con altri di altrettanto valore ed interesse impedendone la
partecipazione continuativa


La responsabile del progetto:
Prof. ssa Gisella Benigni

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